Lavorare in mezzo alla natura, lontani dal caos delle città e dagli affollati luoghi di villeggiatura, rappresenta l’essenza delle professioni di montagna. Occuparsi di animali e gestire una malga durante l’estate sono attività complesse, a lungo tramandate di generazione in generazione, che rimangono fedeli alla tradizione grazie a quei ‘figli d’arte’ che decidono di proseguire il lavoro di famiglia. Quei sacrifici, abbinati a professionalità sempre più spiccate, ci portano a conoscere, tra erba e fiori tornati a luccicare grazie al tiepido sole primaverile, come ci si occupa di una mandria di mucche, siano esse di pezzata rossa o pezzata bruna, non importa, e come nascono prodotti di qualità come la Fontina DOP, il burro o altri tipi di formaggio.
La storia parte da qui: scoprirai molte curiosità su come scorre la vita in un alpeggio nel periodo in cui la neve si scioglie e il verde dei prati e la maestosità delle montagne fanno da cornice ad uno spettacolo dal valore inestimabile. Momenti da salvaguardare non solo per tutelare l’economia alpina ma anche un turismo naturalistico che vive di relax, benessere e rispetto per gli animali. Non perdiamo questa opportunità che rischia con il tempo di scomparire.
Capita sempre più spesso di trovare annunci di lavoro nell’ambito della montagna, anche per trascorrere i mesi estivi, e non solo, in un alpeggio. Se ami attività che portano avanti valori come la biodiversità e la sostenibilità, e se ti piace svegliarti molto presto al mattino, una malga è quello che fa per te. La natura ti aiuterà facilmente: via la neve scesa nei duri mesi invernali, sono le erbe spontanee ad arricchire il pascolo, nel periodo che va da maggio a settembre. E qui che le malghe in quota si popolano per dare vita alle attività dell’alpeggio. Vivere e lavorare in malga è una delicata sinergia tra uomini, animali e ambiente per produrre nutrimento e ospitalità in completa armonia.
L’alpeggio come perno dell’economia alpina
Ci sono alcuni punti che fanno dell’alpeggio, ancora oggi, il perno dell’economia alpina.
Si parla di allevamento sostenibile perché ci si prende cura dell’ambiente attraverso la gestione attenta delle risorse naturali e del lavoro umano creando benessere diffuso e la possibilità di un sostentamento economico anche in zone difficili, valorizzando territori in modo tollerabile.
Inoltre avere animali sani e felici, alimentati con le erbe fresche e profumate dei pascoli alpini, consente di produrre un latte di qualità superiore che contiene elementi nutritivi integri e naturali, ricco di profumi e ineguagliabile nel gusto.
Infine, la produzione del latte è la base per la produzione di ottimi formaggi di malga: veri e propri capolavori come la Fontina DOP valdostana sono l’essenza, e talvolta la salvezza, delle principali economie sopra i 2000 metri.
Come viene scandita la vita in alpeggio
Guai a pensare che la vita e il lavoro in alpeggio sia semplice. Questione di abitudini ma soprattutto di necessità. La sveglia avviene poco prima che sorga il sole per la prima mungitura, dopo la quale la mandria viene condotta al pascolo dove resterà sino a fine mattinata. Durante le ore più calde del giorno, nel primo pomeriggio, le bovine riposano in stalla e verso le 16 vengono nuovamente munte (seconda mungitura). Dopodiché ritornano al pascolo dove restano fino all’imbrunire.
Normalmente si effettuano due distinte caseificazioni, una alla mattina ed una seconda alla sera, utilizzando il latte appena munto si procede alla cagliatura e alla preparazione delle forme. E visto che trasportare tecnologie moderne per la caseificazione è molto difficile, si utilizzano molte delle tecniche del passato con arnesi datati ma ancora insostituibili.
Attività per cui servono conoscenza del territorio, della vegetazione e delle delicate pratiche di produzione. Ovviamente anche le condizioni meteo sono un aspetto importante da tenere in considerazione. I pastori esperti, accompagnati dai loro fedeli amici a quattro zampe protettori e conduttori delle mandrie, ne sanno qualcosa.
La produzione di burro e formaggio in alta quota
Se il pascolo è una gioia per gli animali, è altrettanto vero che il burro e il formaggio prodotti in alpeggio sono l’apoteosi per il nostro palato. La differenza la fanno gli ingredienti, il rispetto per l’ambiente e il processo di lavorazione, anche perché la filiera corta garantisce la massima freschezza e integrità di ogni singolo elemento: dall’erba con cui si nutrono gli animali, alla mungitura da cui proviene il latte crudo, alle variabili che quotidianamente influiscono in maniera diversa nel risultato come la temperatura dell’ambiente, il clima, l’umidità e le caratteristiche intrinseche del latte crudo.
Inoltre la composizione del terreno, la biodiversità, l’aria di montagna e l’abile maestria del casaro, mischiate ad un elemento fondamentale come la stagionalità, compongono una ricetta senza eguali. Provare per credere.
L’esperienza di una vacanza in alpeggio col turismo naturalistico
Un abbinamento che nel corso degli ultimi anni si è evoluto fino a diventare una potenziale risorsa per il turismo estivo, è di proporre una vacanza in alpeggio all’interno di un’offerta legata all’aspetto naturalistico della montagna.
Il fenomeno del “turismo d’alpeggio” è una nuova forma di turismo rurale organizzato attraverso diverse tipologie: le visite organizzate (spesso accompagnate) con spiegazioni sull’attività d’alpeggio, dimostrazioni dal vivo sulla lavorazione del latte, degustazioni dei prodotti ottenuti sul posto e altre attività, le feste popolari sulle Alpi e le feste della salita e della discesa dall’alpeggio (a volte con percorso a piedi al seguito delle mandrie/greggi).
Tutti eventi che si sono moltiplicati con il passare del tempo e che hanno raccolto un importante successo in termini di presenze. Coinvolgere regioni, alpi pascolive, associazioni di categoria ed enti locali rappresenta un fenomeno di socializzazione e rievocazione della vita rurale tradizionale da far conoscere ai più giovani, un’esperienza in grado di stimolare nuove forme di aggregazione tra allevatori e di alleanza tra essi e altri gruppi sociali al di fuori dei soliti schemi di rappresentanza.
Lo sviluppo delle forme di turismo rurale culturale legate all’alpeggio può risultare cruciale sul piano strategico e delle motivazioni extra-economiche, come ad esempio il riconoscimento sociale o le esigenze di status, necessarie per promuovere la continuità del sistema stesso.